Luigi Di Maio Facebook, ovvero sia, analisi di un fenomeno social: la politica che cerca di comunicare nel mondo dei giovani e con le loro stesse modalità. Più che direttamente i politici, i loro social media manager e più in generale, chi ne segue in tutto e per tutto gli aspetti legati alla comunicazione e alle relazioni esterne. Loro rendono ricercatissime frasi chiave come Di Maio Diretta Facebook.
Per decenni e attraverso tante generazioni abbiamo sentito parlare di uffici stampa, ghost writer (scrittori fantasma, letteralmente). Vale a dire quelle eminenze grigie che scrivono e comunicano a nome di influenti personaggi. Oggi sono cambiati solo i nomi e gli strumenti. Questo spiega importanti cambiamenti che ci portano a cercare personaggi pubblici digitando, per dirne uno, Di Maio Diretta Facebook.
Certo, perché tutto quanto si è spostato sui nuovi media, i social network. Va considerato poi che c’è stata una suddivisione tra i social, per cui alcuni sono habitat naturale per le istituzioni politiche, da cui binomi come Di Maio Facebook. Stessa cosa che rende frequente leggere o sentire ai TG e GR (giornali radio) l’espressione Di Maio su Facebook , alternata magari a Luigi Di Maio in diretta dalla Camera. Dunque, cerchiamo allora di saperne qualcosa di più su questo universo digitale della politica social.
Di Maio Facebook. Allora cosa è cambiato oggi nella comunicazione?
Parlare di Luigi Di Maio sui social vuol dire aprire una finestra su un vasto mondo. Quello legato indissolubilmente ad una vera e propria fenomenologia. La fenomenologia che porta le ultime generazioni finalmente a rapportarsi al mondo digital. Questo, per quanto riguarda l’Italia che è campione di differita rispetto al resto d’Europa, significa aprire una parentesi anche sull’intero Movimento Cinque Stelle. Andiamo però con ordine.
Chi c’era prima dei social network ,degli influencer e di Di Maio su Facebook che potesse rappresentare il potenziale miglior collegamento tra giovani e politica? Molto probabilmente erano – e sono ancora- le rock star. Sì, pensateci solo un momento. Lasciando anche da parte il fatto che molti esponenti del rock negli anni si siano esposti politicamente. E lasciando anche da parte il fatto che le vere rockstar di oggi in grado di spostare consensi di massa siano in realtà rapper e trapper.
Perché i ragazzi sono disposti ad ascoltarli e a seguire un personaggio istituzionale che compare accanto a loro? Succede perché le star della musica danno voce a quei ragazzi attraverso le canzoni. E perché i politici vogliono arrivare ai giovani? Insomma perché siamo arrivati al punto in cui si cerca Di Maio su Facebook?
Semplicissimo, e non solamente in quanto sono la linfa lavorativa e idealista del Sistema Paese. Soprattutto invece perché sono un grosso potenziale elettorale, e, soprattutto nella fascia tra i diciotto e i venti sono ancora Voti Fluttuanti, ossia per la maggior parte non hanno ancora preso posizione.
Prima di Di Maio su Facebook. Com’è cambiato il rapporto giovani e politica?
Proseguiamo qui il discorso che ci porta a comprendere meglio l’entità e la genesi del rapporto politica social, e del come mai oggi parole chiave come Di Maio Facebook significano trend topic. Nell’arco degli ultimi decenni è poi accaduto che pian piano, i ragazzi che hanno adorato e sono venuti su con la musica di quelle star siano cresciuti. Magari ispirati anche da quelle figure carismatiche e dalla forza dirompente dei loro pezzi, hanno scelto apposta carriere politiche.
Questo fu ad esempio quello che accadde nei primi anni 2000, alla vigilia delle manifestazioni internazionali per l’abolizione del debito estero dell’Africa. Tra i principali promotori di quel movimento c’è stato Bono, il leader di una band storicamente impegnata, gli irlandesi U2. E tra i più grandi sostenitori politici di peso un loro fan – per sua diretta ammissione- l’allora primo ministro britannico e capo dei laburisti, Tony Blair.
Ora, stiamo parlando di pesi e proporzioni diverse rispetto a dire Di Maio Facebook, lo sappiamo. Ma quello è stato l’ultimo gradino, lo slancio definitivo che ha condotto poi a spostare il focus verso gli influencer. Pensate ad esempio a l’impatto che ultimamente Chiara Ferragni ha avuto per incentivare il turismo culturale in Italia! C’è tutto un nuovo bacino d’utenza giovane che nei social ci sta crescendo, e bisogna muoversi di conseguenza. La parola d’ordine è intercettare, calarsi dentro le cose e farle proprie…. o magari, può diventare Di Maio Diretta Facebook!
Dai Blog a Di Maio Facebook. Qual è stato il Salto di Specie?
Nell’evoluzione del contesto appena descritto fin qui, l’ascesa di Di Maio e di tutti gli altri suoi colleghi coevi, rappresenta un momento di passaggio che è doppio. Il primo va dagli artisti e comunicatori influenti che hanno letteralmente allevato tutti i trentenni e quarantenni di oggi che hanno seguito la strada della politica. Lo spostamento, in questo primo caso, è avvenuto dalle loro forme d’arte, libri, monologhi e canzoni, ai media digitali.
Questo primo spostamento non cambia le figure di influenza ma il luogo, che diventano blog e forum. I personaggi si mettono lì in prima persona, rispondono, lanciano quesiti, provocazioni e cercano un dialogo, che man mano, si allarga a macchia d’olio. Se a qualcuno di voi fa venire in mente qualcosa, ebbene sì. In questo sta la sostanza dell’antefatto. Il pre Di Maio su Facebook.
In questo modo un personaggio che diventa influentissimo, il comico genovese Beppe Grillo, comincia a creare un movimento attraverso la rete. Sono giovani e meno giovani, docenti universitari precari e di ruolo, ricercatori, casalinghe… Insieme formano il tessuto sano e desideroso di costruttività della società civile del Paese. Ecco come, per la prima volta, la rete globale smuove le acque. E cominciano i meet up…
Come arriviamo a Di Maio su Facebook dal caso Movimento Cinque Stelle?
Insomma come arriviamo a Di Maio Facebook? L’inizio è un racconto Meraviglioso, fatto da… Ragazzi Meravigliosi. Questa è stata fin dall’inizio l’espressione utilizzata proprio dal carismatico Beppe Grillo per presentare durante i suoi show i primi attivisti del nascente movimento. I meet up conseguenti alla nascita del movimento in rete sono stati il primo esempio veramente eclatante in Italia di attivismo sul web. Una piazza aperta alla dialettica, che è ciò per cui idealmente esiste il World Wide Web.
In moltissimi, fin dalle fasi primarie della genesi del Movimento, sono stati molti cittadini di ogni occupazione, rango, genere ed età per lo più provenienti dalla sinistra disillusa. Ad un certo punto anche gli ultimi scampoli di intellettualismo democratico liberale di quella parte politica hanno perso ogni smalto e ogni senso di connessione con la base.
Un esempio lampante era stata anche l’impietosa dissoluzione nel nulla dei Girotondi promossi da Nanni Moretti. Ecco che la nuova rete sembra riuscire ad andare un passo oltre. Beppe Grillo ha più verve, grinta, senso di realtà e spirito di concretezza rispetto all’intellettualismo percepito come alieno ed elitario di Moretti. Forse troppo, perfino troppo per non riuscire a farsi largo in politica.
E se non ci ha pensato lui, lo ha fatto qualcun altro. Qualcuno che ha dato un nuovo volto e un’identità a quel Movimento… Che lo ha creato, o, a seconda delle prospettive, distrutto. Arrivare a Di Maio Facebook significa conoscere il nome di Gian Roberto Casaleggio. Comincia così l’ascesa e discesa di qualcosa che è stata presa dalla sua purezza originaria e portata nel ring sporco e violento della politica.
Oggi Di Maio Diretta Facebook. Ieri Nasce il Movimento
Il cambiamento comincia nel 2008, quando ufficialmente il blog di cui Beppe Grillo è volto e voce comincia la sua attività politica grazie alla rete di attivismo civile che è riuscita a creare. Questo determina il salto che condurrà alle elezioni politiche del 2013. Ecco che Beppe Grillo è capo politico della coalizione del Movimento Cinque Stelle.
Ed ecco che, sempre nel 2013, arriva lui, Luigi Di Maio, più giovane vicepresidente della Camera Dei Deputati della storia del nostro paese. Siamo in anni recentissimi, in cui i social cominciano già a giocare un ruolo importante nella comunicazione corporate e anche istituzionale. Abbiamo già Twitter, che viene usato principalmente da profili pubblici, sia di enti e istituzioni che di singoli. Ora siamo davvero a meno di un passo da Di Maio su Facebook.
Non dimentichiamo però che alle spalle di tutto questo non c’è solo Beppe Grillo, che rappresenta l’interfaccia diretto col pubblico. C’è soprattutto il fondatore di una delle più importanti agenzie di marketing italiane, Gian Roberto Casaleggio, il compianto founder e CEO della Casaleggio & Associati. L’uomo che attraverso il marketing ha costruito il consenso, colui che porta oggi a cercare Di Maio Diretta Facebook.
Arrivare a Di Maio Facebook vuol dire parlare del Movimento e delle sue contraddizioni
Certo, la parola contraddizione ha indiscutibilmente caratterizzato il Movimento nella sua travagliata politicizzazione. Si tratta di un movimento fondato sul consenso di base e il dialogo. Eppure si è evoluto nella sostanza di un autentico partito politico, pur mantenendo lo statuto di movimento.
Raccolgono soprattutto i delusi di sinistra, salvo poi scoprirsi letteralmente invaso da un’orda di analfabetismo funzionale che non permette a moltissimi iscritti di scindere le fake news dalla realtà. Persone che finiscono con l’abbracciare pensieri pericolosamente qualunquisti e populisti che flirtano con la destra. Ed il vero problema, ad un certo punto, è stato l’aver assecondato certe logiche di pancia.
Di Maio su Facebook e il marketing che diventa politica
La dimostrazione perfetta dell’aver orientato tutto secondo La Pancia Del Paese sta tutta proprio nella comunicazione social del Movimento stesso, oltre che nelle scelte di campo, come l’alleanza con la Lega nel primo governo Giallo Verde. Fattori, questi, anche successivi alla scomparsa di Gian Roberto Casaleggio, ma che ne proseguono la logica vera, ossia quella di creare un incubatore di traffico utenza assecondando le stesse strategie del marketing.
Motivo per cui tutto spinge l’asse verso un pensiero molto basico e di facile presa emotiva, quello della maggioranza delle persone, che attraverso i social, soprattutto quelli dalle policy meno stringenti e attente come Facebook, più facilmente si lasciano andare. Casaleggio ha fatto vedere e ascoltare loro quello che volevano vedere e sentire. Ecco, arrivare a Di Maio su Facebook significa comprendere anche questo.
Il Direttorio e i consensi inerenti a Di Maio e social
Il vero carico da novanta, in questo contesto che comincia a diventare difficoltoso per molti nudi e puri della prima ora, è rappresentato dalla formazione di un Direttorio, con regole e divieti stringenti. Questo porta al paradosso di espulsioni che hanno il sapore dell’epurazione per molti.
Il Movimento, che ben presto abbiamo trovato con i suoi rappresentanti su ogni emittente, vietava ad esempio di apparire in TV. Molti altri se ne vanno spontaneamente proprio per il clima creatosi. In tutto ciò, nel difficile momento della coalizione Giallo Verde, è proprio Di Maio su Facebook a subire un drastico calo di consensi.
Uomo degli inizi del Movimento, da tanti criticato se non preso in giro sui social sia per il magro curriculum che per la sua assoluta sottomissione a Grillo, è il personaggio chiave. Ma, come per tutti coloro che diventano delle star del web, i suoi punti deboli diventano anche la sua forza.
Visto inizialmente, e ancora oggi da moltissimi attivisti e cittadini, come un simbolo di purezza, impegno e della faccia giovane e perbene del Paese, diventa invece tutt’altro nella prospettiva degli altrettanti e più detrattori. Luigi Di Maio su Facebook e non è additato per la sua evidente impreparazione che tuttavia non gli ha impedito di ricoprire ministeri chiave come quello del Lavoro.
La sua mancanza di padronanza spesso si estende all’italiano. Ottiene infatti interazioni ed engagement elevatissimi anche la pagina Facebook Luigi Di Maio Che Facesse Cose… Insomma, riesce Di Maio su Facebook, è riuscito in ogni modo a trasformarsi davvero nel meme di se stesso.
Entriamo nel suo account social Luigi Di Maio, e vediamo come si presenta
Al momento in cui vi stiamo scrivendo questo articolo, Luigi Di Maio su Facebook ha ovviamente un’immagine di copertina insieme istituzionale ed emblematica del difficile momento internazionale. Immortalato di tre quarti, con lo sfondo in secondo piano di quello che si presume un aereo militare e con indosso la mascherina, ovviamente tricolore.
Una foto che comunica tutto. Il suo ruolo di Ministro degli Esteri, trovandosi in transito su una pista di decollo con un velivolo alle sue spalle. La mascherina, che indica senso di responsabilità sia personale che civica nel momento critico della pandemia globale. Presidio di prevenzione nel tricolore della bandiera a ribadire il patriottismo, dovuto da chi rappresenta lo Stato.
Le dirette facebook e altre attività. Vediamo in quanti seguono il ministro in carica
Attualmente, il suo parterre sul social media è costituito da più di due milioni di persone cui piace. Per la precisione, al momento dell’articolo qui presente sono in tutto 2.330.472. Invece, andando nel dettaglio, Luigi Di Maio su Facebook un corposo numero anche di follower, ovvero sia di coloro che accettano di ricevere notifiche di aggiornamento ad ogni sua attività, ad esempio Di Maio Diretta Facebook, pubblicazione di post oppure altre attività. Sono in questo caso 2.639.072!
Dopo la drammatica discesa ed emorragia di follower e interazioni a fine 2019, quando invece Matteo Salvini, dalla parte ormai opposta, faceva strage di proseliti in rete, la pandemia ha ribaltato tutto. Conte e i Cinque Stelle sono diventati l’anima responsabile della politica italiana, e naturalmente Di Maio su Facebook e in campo ne ha fortemente beneficiato.
Guardando solo ai numeri più recenti, il suo post in merito al referendum per il taglio dei parlamentari previsto a settembre, e sul quale linka una sua intervista al Corriere Della Sera, arriva quasi ai quattordicimila like e a ben 68886 commenti e 1917 condivisioni. Certo, non tutti i commenti sono di sostegno e stima, tutt’altro.
Ma fa parte del gioco della politica quando si sposta nel clima più libero e informale dei social. Il problema, qui, è che lo sconfinamento verso il linciaggio e la gogna, vista l’impunità che lo stare dietro uno smartphone o un PC sembra garantire, è sempre dietro l’angolo.
Ora sì che abbiamo sviscerato tutto quello che c’era da sapere sul perché del tanto cercato Luigi Di Maio Facebook. Se avete altre curiosità in merito, potrete leggere altro di interessante anche qui.

