Chiunque abbia dei rapporti abbastanza stretti con il social network griffato Mark Zuckerberg, non può non essere entrato in contatto con il profilo di Matteo Salvini Facebook.
Il politico italiano è noto per essere un vero mastino dei social, dove riesce a veicolare attraverso una serie di stratagemmi un largo numero di seguaci alle proprie pagine.
Lo stratagemma, in realtà, è tanto semplice quanto efficace: si raccolgono un gran numero di fans attorno ad un tema comune, dal calcio alla moda, per poi cambiare radicalmente il nome della pagina o del gruppo.
Questo trucco viene utilizzato sia dalle alleanze politiche di destra, sia dal M5S.
Spesso, da questi gruppi, vengono veicolate anche le fake news che alimentano e distruggono le nostre piattaforme social.
Nel corso degli anni, si stanno susseguendo un gran numero di inchieste in merito a questo sistema di aggregazione involontaria.
La trasmissione Report si è posta in prima linea nel tentativo di intercettare e capire questi meccanismi, ricostruendo una rete di contatti davvero imponente, e che riesce a tenere sotto scacco quasi cinque milioni di italiani.
Matteo Salvini su Facebook: le mire del capitano
Non è soltanto la creazione di fake-group su Facebook la principale arma a disposizione di Matteo Salvini. La Lega, infatti, mette a disposizione del politico una quantità spropositata di fondi per ottenere delle sponsorizzazioni.
Versa Salvini, Facebook promuove: l’assioma è facilissimo. Si calcola che nel 2018, infatti, il leghista abbia versato ben 140.000 euro nelle casse del social di Mark Zuckerberg, mentre altri avversari politici, come Di Maio, non ha speso nemmeno un euro in campagne promozionali.
Non si può dire lo stesso dei cinque stelle, che hanno investito più di 50.000 € in post sponsorizzati, tutti concentrati a ridosso delle elezioni Europee.
Salvini, oltre a questo tendenza a spopolare sui Social, si distingue anche per un altra caratteristica: è l’unico ad ampliare le proprie pubblicità anche agli under 18, coltivando fin da ora gli elettori di domani.
La Bestia e il suo staff: come la sinergia Salvini Facebook
Morisi infatti gestisce uno staff di 35 esperti di digitale che monitorano Salvini 24 ore su 24 7 giorni su 7.
Attraverso il monitoraggio delle conversazioni, tuttavia, lo staff di Morisi è in grado di intercettare le conversazioni che hanno maggiore rilevanza, a prescindere dal fatto che riguardino prettamente Salvini o la Lega.
Inoltre, grazie al monitoraggio in tempo reale sul sentimento della rete, lo staff di Morisi può adeguare o rettificare il messaggio condiviso a seconda delle opinioni prevalenti nelle conversazioni online.
Dietro il successo di Matteo Salvini su Facebook, si nasconde Luca Morisi, quarantaseienne a capo della fitta rete di monitoraggio che controlla i post social di Salvini 24 su 24, 7 su 7.
Dalla loro base di Mantova, i suo staff è in grado di rilevare tutte le maggiori interazioni in merito ai post del Capitano e della Lega. Il check avviene in tempo reale sul sentimento della rete.
In questo modo, lo staff, composto da ben 35 persone, riesce a calibrare al meglio la quantità e il tema dei post di Salvini Facebook.
Questo sistema, questo complesso meccanismo composto di algoritmi e dati, viene chiamato La Bestia.
È lo stesso Morisi ad ammettere di essersi ispirato alla creatura coniata proprio in occasione della corsa presidenziale di Barack Obama, nella quale internet ha avuto un peso schiacciante.
La macchina riesce a coordinare tutti i profili che si celano dietro il successo del Capitano e della Lega e ad oggi Salvini, soprattutto grazie a Facebook, è il politico in Italia col maggior consenso.
Merito di un lavoro certosino, che dal 2014 accompagna le giornate del leader del Carroccio.
Matteo Salvini rischia l’aggressione due volte in pochi giorni: le vicende sul social
L’episodio più recente risale allo scorso novembre, quando Matteo Salvini si è recato a Napoli per la consueta propaganda politica. Erano i giorni della campagna elettorale in Calabria ed Emilia Romagna, ed il leader leghista era in tour lungo tutto lo stivale. Nella tappa partenopea, però, i toni si sono decisamente accesi.
Un esponente della sinistra locale, infatti, memore degli insulti ricevuti dal partito verde durante l’epoca della guida di Bossi, si è lanciato contro Matteo Salvini, nel tentativo di ferirlo fisicamente. Gli uomini della sicurezza sono stati pronti nell’intervento, evitando così una potenziale tragedia.
Nello stesso periodo, la scena si era ripetuta anche nei pressi di un centro nomadi di Bologna. Tutti conoscono, ovviamente, l’avversione che il leader della Lega prova nei confronti dei campi Rom, tanto da aver coniato il tormentone “ruspa!”, un neologismo usato sia dai suoi seguaci più accaniti, sia dagli oppositori in chiave ironica.
Naturalmente, i residenti del centro di accoglienza non hanno mai gradito questo trattamento, ed il risultato è stata la seconda tentata aggressione, nel giro di pochi giorni.
Anche in questo caso, ovviamente, la sicurezza è riuscita ad intervenire, evitando al leader leghista qualsiasi tipo di lesione.
Aggressioni fisiche a politici: il recente precedente del candidato sul social
Matteo Salvini su facebook non è il solo politico ad aver rischiato, più volte, la salute.
Ben peggio è andata a Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia è stato aggredito in piena Piazza Duomo, a Milano, da un uomo in evidente stato di instabilità mentale, prontamente fermato ed arrestato con l’accusa di lesioni aggravate.
Il leader politico è stato colpito da una miniatura del monumento simbolo della città meneghina a pochi centimetri dall’occhio.
Un caso isolato, che però ha segnato profondamente il Cavaliere, che ha ricevuto una prognosi di 20 giorni per lesione lacero-contusa e copiosa perdita di sangue. Il volto ferito dell’ex premier ha fatto il giro dei telegiornali di tutto il mondo.
Le parole dovrebbero essere l’unica arma di disputa politica che siano motivazioni politiche o semplici atti di deliberata follia, i politici sono spesso disposti a rischiare la propria salute pur di portare avanti le proprie battaglie.
La lotta, però, non dovrebbe essere fisica, ma dialettica.
Che si condivida o meno le idee di Matteo Salvini, o chi per lui, l’unico strumento lecito di opposizione è la parola, verbale o scritta. L’augurio, quindi, è quello di assistere, in futuro, ad accesi dibattiti sul futuro dell’Italia, in tv o sui social, senza però scadere nella violenza.
Liquidità di pensiero sul social: Salvini, e i cambi di bandiera
La Bestia permette la cosiddetta liquidità di pensiero. Un caso abbastanza eclatante, in tal senso, è Sanremo 2019, in cui la vittoria del rapper milanese Mahmood venne prima osteggiata dal leader della Lega, grazie ai classici temi della sua campagna elettorale, per poi subire un totale ribaltamento.
Qualche giorno dopo, infatti, “Soldi” venne esaltata dal Leader del Carroccio. Altro caso che resterà negli annali della cronaca politica è stato il video della citofonata.
Quell’accusa mossa completamente a caso è stata dapprima esaltata dai seguaci della Lega, salvo poi scomparire completamente da qualsiasi piattaforma legata al Capitano. I misteri della rete!
Come fa, però, la Lega a mantenere un apparato del genere? Secondo la trasmissione di inchiesta Report, non sempre i metodi sono cristallini.
Infatti, i giornalisti del programma di Rai 3 sono andati a scavare tra alcuni movimenti sospetti del partito verde. Si ricorda, infatti, che per trasparenza, i bilanci dei partiti devono essere pubblici.
Dall’inchiesta emerse quasi mezzo milione di euro versato alla cognata di un parlamentare della Lega. Quei fondi, ufficialmente pubblici, erano destinati, in realtà, a confluire allo staff che gestisce la già citata bestia. Tra i beneficiari, dovrebbe apparire lo stesso Morisi (fonti: report, open).
La Lega sotto elezioni: come Salvini pesca da Facebook
Durante i primissimi mesi di campagna elettorale, su Salvini Facebook ha macinato migliaia di post, ottenendo dei numeri difficilmente replicabili nel resto del mondo.
Diciassette post ogni giorno, circa 60 milioni di interazioni tra like, commenti e condivisioni, 40 milioni di “mi piace” con 5 milioni di ore di video visualizzati. Una follia, in termini di numeri. Il risultato si è visto in sede di exit poll: Lega primo partito in Italia con circa il 34% dei consensi.
I social, ormai, governano ogni aspetto della nostra vita, compresa la politica. I ritmi di crescita sono ormai rallentati, ma si aspetta solo la prossima compagna elettorale in cui affondare il colpo. Dopo il fallimento in Emilia, la Lega sta preparando una nuova battaglia.
Salvini, su Facebook, si presenta come una personalità a 360°: uomo di casa, padre premuroso, lavoratore infaticabile e, soprattutto, politico. Le sue campagne sono studiate e strutturare e ogni giorno Salvini si costringe a un’estenuante marcia su e giù per lo stivale.
Ogni giorno percorre circa 600 km, tra voli e tragitti in macchina. Dal comizio elettorale al salottino Mediaset con Barbara d’Urso.
Dal buongiornissimo con pane e Nutella al comizio in terrazzo. Salvini Facebook ha una macchina social degna della Ferrari, uno strumento perfetto, in grado di far presa sul popolo italiano meglio di come fa Trump negli USA.
Azione locale e diretta nazionale: combinazioni che permettono a Salvini di dominare Facebook
La complicata combinazione di televisione-rete-territorio grazie alla Bestia viene sfruttata al suo pieno potenziale. Un costante martellamento di annunci pubblicitari, comparsate nei talk show e appezzamento della rete social.
Durante le trasmissioni televisive, gli esperti di comunicazione estrapolano i contenuti che meglio possono far presa sul pubblico della rete.
Ricavati i principali motivi d’interesse, si creano social ad hoc di facile diffusione. Una volta rielaborati sotto forma di immagini o di brevi clip, vengono distribuiti nella rete attraverso una fitta delocalizzazione di contatti.
Una volta giunti alla fascia d’interesse della popolazione, si registra la reazione del pubblico al suddetto contenuto, in modo da poter calibrare meglio il tiro.
Salvini ha saputo sfruttare al massimo anche l’algoritmo di facebook, proprio grazie al concorso “Vinci Salvini”. Un’escalation di like che ha permesso a pochi fortunati di vincere un caffè o una telefonata con il leader della Lega.
La pubblicità del profilo Facebook di Salvini
Il programma pubblicitario sul social media Facebook viene chiamato Facebook ADS (Facebook advertising) con il quale è possibile creare delle sponsorizzazioni (post sponsorizzati) dirette verso obiettivi differenti, e tracciare con cura tutti i risultati.
Uno degli obiettivi più ricercati è quello di aumentare la propria visibilità su Facebook e incrementare il numero di interazioni e di follower del profilo social. Altri obiettivi sono pubblicizzare i propri prodotti e servizi , il proprio sito web o eventi.
Il programma pubblicitario di Facebook si ripete anche su Instagram, social anche questo di proprietà di Mark Zuckerberg come Facebook. In questo caso si parla di Instagram ADS, con un funzionamento identico a quello di Facebook ADS.
Tante aziende, professionisti e tanti personaggi illustri ed el mondo dello spettacolo fanno ampio uso di questo programma pubblicitario e tra questi spicca il leader della Lega, Matteo Salvini.
Sui suoi social, anche se dobbiamo sottolineare quasi totalmente su Facebook, l’uso della pubblicità è molto presente.
Pubblicità ovviamente a pagamento. Pubblicità che aumenta ovviamente in periodi molto precisi come per esempio le elezioni lezioni.
Nel 2018, durante i periodo pre elezioni, il profilo Facebook ha spesso 140.000 euro in pubblicità; ricordiamo che nel 2018 in Italia si sono svolte le elezioni politiche e invece tra il 2019 e il 2021 ha speso in pubblicità circa 350 mila euro.
Le cifre riferite non sono inventate, infatti chiunque può vedere gli importi spesi in pubblicità da una pagina Facebook, sono informazioni libere ed accessibili dalla stessa pagina.
Come vedere la cifra spesa in pubblicità da una pagina Facebook
Le informazioni sulla spesa pubblicitaria di un profilo Facebook non sono soggette a privacy e sono visibili da tutti.
Basta andare su una pagina Facebook e andare alla sezione Trasparenza della pagina e cliccare su mostra tutto. Nella schermata principale bisogna andare nella sezione libreria inserzioni per poter vedere le cifre spese in pubblicità da quella pagina.
Gestire la pancia degli elettori: un’arte per pochi commenta Salvini su Facebook
La Bestia è una macchina subdola, studiata e strutturata apposta per arrivare là dove i nervi sono scoperti. Tocca i temi più scottanti e che maggiormente dividono il pubblico.
Inoltre, anche gli hashtag fanno la loro parte, creando campagne d’aggregazione a cui la maggior parte degli utenti si riconosce. Inoltre, anche il coinvolgimento della fanbase è estremamente importante per il leader politico.
Matteo Salvini su facebook riesce a gestire magistralmente la propria rete social, permettendo al proprio profilo di cambiare rapidamente bandiera a seconda delle tendenze.
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